Un’altra ricetta di Luisella da preparare facilmente in camper. Questa volta di passaggio a Viterbo, nella Tuscia, Luisella ha preso ispirazione per una pietanza di origine etrusca.

Mi trovo a Viterbo, cuore della Tuscia, qui c’è una parte della nostra storia che è ancora nascosta e poco conosciuta: quella etrusca.

Questa popolazione ha lasciato tracce della loro civiltà che noi conosciamo solo attraverso le loro necropoli.

Ad oggi sono ancora visibili le tombe Etrusche, le tagliate (percorsi scavati nel tufo), le mole.

Costruivano le loro città lungo i fiumi, sul lato opposto della necropoli e dei recinti degli animali, in modo tale da assicurarsi che in caso di attacco di nemici o di incendi, la zona nella quale erano conservati il cibo e le risorse alimentari fossero protette e lontane dalle abitazioni.

Roma cresce e diventa Roma sotto il governo dei re Etruschi dai quali i Romani prenderanno le simbologie più incisive: il trono, lo scettro in avorio, il fascio littorio. Tarquino Prisco avviò la costruzione della Cloaca Maxima del Circo Massimo. Insomma gli etruschi sono la nostra storia.

Se si esce dai percorsi classici della Tuscia, se ci si informa, si possono visitare posti come Luni sul Mignone che comprende anche una vecchia ferrovia e il tempio sacro di una sacerdotessa Villanoviana…  oppure potrete visitare la Porcilaia un posto magico pieno di storia, o scoprirete che il monte gelato, posto usato oggi come zona pic nic, è percorso dal fiume Treia, fiume femminile e sacro perché è l’unico che scorre in senso inverso. Non corre verso il mare, ma va verso il Tevere di cui è un affluente e lungo il suo corso si scoprono pietre incise e pezzi di antiche dighe.

Insomma conoscere la Tuscia ci fa scoprire come questi popoli fossero molto più avanzati di quello che noi pensiamo.

Fiume Treja fotografia di Paul Albertella

Ma cosa mangiavano gli etruschi? Mangiavano quello che produceva la terra, i piselli selvatici (veniva chiamata roveja la cui ricetta potete trovarla sul mio blog) la portulaca, il tarassaco,  asparagi selvatici, orzo, farro ecc. e mangiavano pollo, capra, pecora, e maiale. Prodotti semplici e naturali la vecchia cucina mediterranea, non quella della pasta con il pomodoro che noi scoprimmo molto più in là con i primi arrivi dalla Cina e con la scoperta dell’America poi. Ma c’è un piatto che ancora mangiamo e che era uno dei piatti classici Etruschi e sono le fave in padella con pancetta e porro. Questa è la ricetta che voglio condividere questa volta con voi!

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Per cucinarlo avrete bisogno di:

  • 500 grammi di fave fresche o surgelate
  • 1 vaschetta di confezionata a dadini o 100 grammi di pancetta fresca
  • 1 porro
  • Olio q.b.
  • Sale q.b.
  • Peperoncino se si ama

Nel video che segue troverete le spiegazioni della ricetta e alcune foto del mio viaggio… Buon appetito!

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