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Fare campeggio libero può essere una esperienza davvero unica!

E come Bilbo nello “Hobbit” aveva nostalgia delle Montagne Nebbiose, ogni tanto anch’io sento il richiamo dei boschi.

Sin da piccolo sono andato in campeggio ed è un’attività che mi ha sempre appassionato, regalandomi sensazioni di avventura e di contatto con la natura.

Da adulto ho cominciato a farlo anche al di fuori dei campeggi. Quando abitavo a Pisa, dove mi ero trasferito per studiare Medicina Veterinaria, ho avuto modo di conoscere il territorio e non mi sono lasciato scappare le occasioni per fare campeggio libero.
In particolare, in due posti. Un lago nella zona di Ghezzano, nella campagna pisana, e le Montagne di Calci sempre in provincia di Pisa.

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Il lago nella zona di Ghezzano è una delle mie mete preferite. È un posto che ho frequentato e che ho imparato a conoscere perché ci andavo a pesca. Ci andavo in bicicletta e per arrivarci dovevo attraversare la campagna: qui mi concedevo soste per raccogliere fichi da un enorme albero che stava da solo in mezzo ai campi, ed uva dai vigneti che trovavo lungo la strada. A volte nei pressi del lago ho raccolto more, malva, leontodo e piantaggine.

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Un giorno decisi di provare l’esperienza del campeggio notturno. Avevo già individuato il posto in cui accamparmi nelle mie visite precedenti, ci si arrivava lungo un sentiero che a momenti diventava meno accessibile. Avevo scelto quel luogo perché se qualcuno si fosse avvicinato durante la notte difficilmente l’avrebbe fatto senza fare rumore. Proseguendo si arrivava ad una zona un po’ più aperta in mezzo alla vegetazione, vicino alla riva ma comunque nascosta.
Nel primo pomeriggio ho approntato il campo e montato la tenda, poi sono andato a pesca e ho preso la mia cena, due bei persici.

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Quando finalmente si è fatta notte, mi sono preparato per dormire. In questo ambiente in particolare ho avuto un po’ di paura; non riuscivo a credere alla moltitudine di versi e richiami di animali che c’erano. Sono uscito dalla tenda due volte per controllare ma alla fine mi dissi “chi se ne importa” e mi addormentai.

La cosa più difficile da affrontare quando si fa campeggio libero nella natura è la notte: ci si sente vulnerabili. In questa situazione, due sono le cose che danno un po’ di sicurezza: una fonte di luce ed un coltellino svizzero.
Il momento più bello è senza dubbio il risveglio, quando si vede la luce del mattino. Si ha la sensazione di aver superato una prova, la notte appunto, di avercela fatta, e si riacquista la sicurezza del Sole.

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