Continua il nostro racconto di viaggio in roulotte tra il mare e i monti delle Marche

Dopo avere goduto del mare delle Marche (per leggere l’articolo clicca qui), siamo passati ai monti.

Dopo aver reso nuovamente operativi  i servizi della roulotte si parte per Illice una piccola frazione di Comunanza sotto la catena dei Sibillini. Qui troviamo sosta in un terreno privato senza servizi dietro una chiesetta pericolante dall’ ultimo terremoto del 2016.

Il parcheggio è stato trovato grazie ad amici, ma la possibilità di soste libere sono tante: bello e panoramico è il parcheggio che offre l’agriturismo la Cittadella a Montemonaco o vari parcheggi lungo il lago di Gerosa, vietata momentaneamente invece la piana della Gardosa a Foce di Montemonaco causa il terremoto e valanghe. C’è un’ area sosta nella zona sportiva di Comunanza con camper service, un’area attrezzata a Smerillo che accetta roulotte (Forest Camp) e vari campeggi in zona tra cui il bellissimo camping Vettore a Balzo di Montegallo ai piedi del monte più alto della catena, il Vettore (2476 m).

I Sibillini nel medioevo erano conosciuti in tutta Europa come regno di demoni e fate.

Fra le numerose leggende le più famose sono quelle della fata Sibilla, che viveva in una grotta sita sull’omonimo monte ancora visibile poco sotto la vetta e quella di Pilato secondo la quale il corpo  del famoso procuratore romano fu trascinato da alcuni bufali nelle acque del  lago, situato nell’alta valle che attraversa longitudinalmente il massiccio del Vettore.

Poco distante si trova la Gola dell’Infernaccio, un orrido naturale scavato dal fiume Tenna tra il Monte Priora e il Monte Sibilla. Comprese nel territorio comunale di Montefortino, sono tra le gole più suggestive dell’Appennino Marchigiano. Si raggiunge l’orrido da Montefortino seguendo le indicazioni “Gole dell’infernaccio” – Rubbiano, la strada diventa  sterrata finchè si arriva nei pressi di una sbarra.

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Da qui si prosegue a piedi, poco prima di addentrarsi nel punto più stretto della gola, vi è un tratto di fiume in cui il sentiero diviene più pianeggiante e si allarga formando un ampio guado: questo luogo è chiamato “le Pisciarelle” in quanto dalle sovrastanti rocce che sporgono scende un fitto e continuo flusso di gocce d’acqua provenienti dallo scioglimento delle nevi e/o da falde.

Si prosegue entrando nella gola, il sentiero sale ripido e incastonato tra rocce e cascate, alcuni ponticelli agevolano il passaggio, tradizione vuole che in una particolare posizione si noti nella roccia il volto del Diavolo ( io non l’ho mai visto). Oltrepassato l’orrido il sentiero si apre e continua in piano lungo il fiume, oppure salendo per un sentiero a destra del fiume si arriva in circa un’ oretta all’eremo di San Leonardo (abitato fino a poco tempo fa da un frate eremita) che sorge su un vasto pianoro a 1.128 m di altitudine. E’ circondato da una fitta vegetazione tra il Monte Sibilla ed il Monte Priora, il percorso è semplice, percorribile da tutti con un dislivello di circa 300 metri. Da questo punto si può prosegue per il monte Priora 2333 m con un sentiero molto più impegnativo.

Monte Sibilla

Per raggiungere la vetta della Sibilla si deve salire a Montemonaco, quindi seguire le indicazioni per Isola San Biagio ( sulla strada con panorama mozzafiato della Sibilla e Vettore si incontra un ottimo “punto ristoro” Azienda Agricola Michele, che offre oltre ad un servizio di ristorante anche prodotti locali da forno ricavati dalle loro farine antiche), prima del paese si prosegue a sinistra in una strada sterrata che porta al rifugio Sibilla (1540 m). La strada è piuttosto sconnessa lunga  circa 7 km in forte salita, salendo in prima e seconda per via della bassa velocità occorrono circa 20 minuti, non ci sono divieti d’accesso, ma è cosigliabile ad auto non troppo basse e camper compatti, i tornanti a volte sono stretti e la strada senza protezioni.

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Dietro il rifugio parte il sentiero che inizia subito ripido per raggiungere la cresta per poi proseguire in piano fino all’ultimo strappo con piccola ferrata per la cima; poco dopo la breve ferrata si nota quel che rimane della grotta della Sibilla, in pratica un piccolo cratere. La cima offre un panorama a 360 gradi mozzafiato, dal Conero a tutto l’Adriatico fino al Gran Sasso e Monti della Laga; sembra si possa toccare il Vettore con un dito ma in realtà per raggiungerlo servono ancora diverse ore.

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Monte Vettore

Per salire in cima al Vettore ci sono diverse possibilità: raggiungere la bellissima frazione Foce di Montamonaco, un piccolo paese che muore con la sua strada nella stretta valle tra Sibilla e Vettore. Qui si parcheggia l’auto e si prosegue a piedi lungo i prati della Piana della Gardosa.

Prima del terremoto si poteva campeggiare in alcuni tratti della valle (acqua di sorgente, ma senza servizi) e si poteva entrare nel bosco, attraverso un sentiero che saliva ripido in quel che si chiamavano le Svolte.

Si poteva salire rapidamente in quota e giungere direttamente al lago di Pilato attraverso una vallata a dir poco spettacolare e suggestiva. Il Monte Sibilla sarà sempre alle nostre spalle con la sua “cicatrice” a forma di “Z” proprio sotto, occorreranno 2/2,30 ore per raggiungere il lago con un dislivello di circa 900 m; il Lago di Pilato si trova ad una altitudine di 1974 m. Dal lago il sentiero prosegue a sinistra su per un ghiaione piuttosto ripido e faticoso per il bivacco Zilioli ( 2250 m) per poi salire sull’ultimo strappo finale del tetto delle Marche (2476m), dal lago occorreranno ancora 2 ore ed oltre per la cima.

Un altro percorso più corto con meno dislivello ma sempre in salita senza tregua è prendendo il sentiero dal passo di Forca di Presta (1550m), un passo che divide il territorio Marchigiano dall’Umbria. Il più alto valico asfaltato marchigiano, panorama unico nel suo genere che si apre verso la piana di Castelluccio, dove una volta si poteva sostare liberamente, poi è stata regolarizzata con un paio di soste autorizzate ma ora meglio informarsi causa il disastro del sisma.

Dal Passo si trova un parcheggio presso un rifugio da dove parte anche un facile sentiero che porta ad un terrazzo panoramico, mentre dalla parte opposta del rifugio parte il ripido sentiero per la il bivacco Zilioli e quindi il  Vettore, non ricordo bene i tempi, ma 3 ore dovrebbero essere sufficenti. Scendendo dal passo si raggiunge la Piana e dopo aver visitato Castelluccio merita attraversare il lungo rettilineo e salire a Forca Canapine, da dove parte un sentiero per i Pantani di Accumoli.

E’ una tra le più semplici passeggiate che si possono fare sui Monti Sibillini, adatta praticamente a tutti, grandi e piccini, il sentiero che conduce ai caratteristici Pantani di Accumoli è praticamente una mulattiera. La direzione è anche indicata da una freccia sulla quale c’è il tempo di percorrenza (20 min. ma con una andatura un pochino sostenuta…) proprio nel punto in cui si lascia l’auto e cioè lungo la strada, poco prima di Forca Canapine dove sono presenti alcuni spiazzi per poter parcheggiare. Un paesaggio fiabesco da set cinemafotografico, ma è tutto reale ed è molto facile vedere cavalli allo stato brado (almeno in 2 occasioni li ho visti).

Il parco naturale dei Monti Sibillini è una zona dove il turismo non ha raggiunto i grandi numeri che meriterebbe, ma offre ad appassionati una infinità di opportunità storiche, paesaggistiche, relax, buona cucina e una infinità di sentieri, da semplici a più impegnativi (meglio dotarsi di una cartina dettagliata dei sentieri perché la segnaletica sul posto scarseggia).

Ti è piaciuto l’articolo? Leggi anche la prima parte dell’articolo di Riccardo e del suo viaggio sulla costa Marche tra mare e monti in caravan: mare

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