Tra le città affacciate sul Danubio non esistono solamente Vienna e Budapest, c’è anche una capitale che negli ultimi anni ha visto aumentare esponenzialmente il turismo, sto parlando di Bratislava, piccola capitale della Slovacchia.
In camper e in auto lungo il Danubio Bratislava
Se vi troverete a voler organizzare un viaggio itinerante in camper o in auto lungo il Danubio Bratislava è una delle mete che potreste prendere in considerazione, grazie anche alla sua grande vicinanza a Vienna da cui dista una sessantina di chilometri. E a proposito, se volete qualche dritta sulla capitale austriaca non perdetevi i miei consigli su cosa non perdervi a Vienna. 😉
Bratislava è facilmente raggiungibile in camper e in auto da Vienna tramite l’autostrada in meno di un’ora di percorrenza. Nel caso vogliate evitare di pagare il bollino Slovacco potrete uscire all’uscita Kittsee (l’ultima austriaca) e percorrere la strada normale fino a destinazione oppure percorrere la statale 9 che collega direttamente Vienna a Bratislava passando in mezzo a enormi distese verdi.
Viste le piccole dimensioni della città, un paio di giorni, tre se volete proprio prendervela con calma, saranno sufficienti per vedere tutto quello che Bratislava ha da offrire; ma non sottovalutatela, sappiate infatti che durante il dominio degli Asburgo era la capitale del Regno d’Ungheria e gli angoli degni di nota non mancano. La città comunque si gira agevolmente a piedi, noi non abbiamo fatto nessun abbonamento per i mezzi di trasporto.
Arrivando a Bratislava è impossibile non notare il castello che domina la città; posizionato sopra una collina, bianchissimo e dalla forma austera. Una lunga passeggiata vi porterà sino alla sommità della collina, dal piazzale del castello e dai giardini accanto si gode un bellissimo panorama sul Danubio e sulla città. All’interno del castello di Bratislava è ospitato il Museo Nazionale Slovacco.
Dai giardini del castello di Bratislava è impossibile non notare la Cattedrale di San Martino, duomo di Bratislava, luogo dove venivano incoronati i re di Ungheria.
La Cattedrale di San Martino è aperta ai turisti, mentre le restanti chiese presenti a Bratislava (compresa la famosa chiesa di Santa Elisabetta o chiesa Blu) le ho trovate chiuse, pare infatti che vengano aperte solamente durante le celebrazioni religiose.
Le strade attorno alla Cattedrale di San Martino di Bratislava fanno parte di quello che viene definito Stare Mesto ossia la città vecchia. Kapitulska è la via che mi è piaciuta di più: un miscuglio di case recuperate ed altre lasciate in rovina che contribuiscono a dare un’aria mistica a questa città.
Mikalska è invece la via principale di Bratislava, Hlavne namestie la Piazza principale. Anche qui attorno potrete ammirare palazzi ottimamente recuperati, ed altri che momentaneamente aspettano ancora di essere restaurati. Attorno a Mikalska e alla piazza principale si trovano locali e negozi di svariato tipo. Non vi resterà che imboccare tutte le particolarissime vie per trovare bellissimi angoli degni di essere fotografati, negozi di souvenir dove comprare ricordini, pasticcerie, pub e ristoranti.
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Mangiare a Bratislava è generalmente economico, una birra media costa un paio di euro, una enorme zuppa dentro la pagnotta attorno ai 5 euro. Nel caso vi venga la voglia irrefrenabile di mangiare italiano potrete trovare diversi ristoranti aperti da connazionali che hanno tentato la fortuna a Bratislava, in questo caso i prezzi del cibo sono in linea con quelli che si trovano in Italia. Per quanto riguarda tutto il resto, oggettistica/abbigliamento non ho notato grosse differenze con i prezzi italiani.
Bratislava è famosa anche per le sue statue in bronzo sparse in varie vie, installate alla fine del regime comunista per dare un’aria un po’ più spensierata alla città. La più famosa è quella di Cumil, che sbuca da un tombino.
Particolare “dono” del regime comunista è stato il Novy Most, costruzione voluta dal regime comunista come propaganda con l’intenzione di dare un’idea di modernità alla città. Peccato che per costruirlo sia stata distrutta parte della città vecchia, delle mura e del vecchio quartiere ebraico e che la superstrada per raggiungerlo passi a pochissima distanza dalla cattedrale di San Martino. Perché parlare di questo? Per gli amanti del genere questo ponte rappresenta una pregevole opera ingegneristica unica nel suo genere e per tutti gli altri può essere un luogo dove mangiare o bere qualcosa con una vista unica su Bratislava. Sopra all’unico pilone che forma il ponte, a 85 metri di altezza, è presente l’Ufo, una piattaforma che si raggiunge tramite un ascensore (a pagamento) dove al suo interno si può trovare un locale con ristorante e bar (dai prezzi non propriamente economici).
Trovandovi a organizzare un viaggio itinerante in camper o in auto lungo il Danubio Bratislava considerate anche il castello di Devin. A pochi chilometri da Bratislava troverete, quello che ne rimane. Le sue rovine (venne distrutto dalle truppe napoleoniche) sorgono su una collina da cui si gode un panorama unico sulla confluenza del Danubio con la Morava, complice un tramonto da cartolina questo luogo mi è rimasto nel cuore.
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E pensare che in un luogo tanto bello fino a pochi anni fa sono successi avvenimenti drammatici. Ai suoi piedi, vicino alla confluenza dei due fiumi sorge il monumento ai caduti della cortina di ferro intitolato Gate of Freedom. La pista ciclabile che si può vedere vicino al monumento ripercorre buona parte di quella che era la cortina di ferro che divideva i territori controllati dal regime comunista dal resto dell’Europa.
Il monumento vuole ricordare le vittime che morirono cercando di fuggire verso il vicinissimo confine austriaco, spesso a nuoto, uccise dai colpi di mitragliatrice delle guardie di confine del regime. Fino al 1989 lasciare la Cecoslovacchia era un reato penale.
Questo passato così duro e tutto sommato ancora molto recente contribuisce a dare a Bratislava ancora quell’aria austera che fatica ad abbandonarla. I locali ormai pullulano, il centro storico è in fase di recupero, i turisti camminano indisturbati, eppure qui, come a Praga o Budapest (forse nella capitale ungherese in maniera minore) qualcosa di quel periodo ancora aleggia. Il popolo Slovacco, come quello Ceco è molto freddo, difficilmente verrete accolti con grandi sorrisi o inutili “salamelecchi” quando entrate nei musei, nei locali o in altre strutture.
Se vi verrebbe voglia di lasciare un voto negativo su qualche piattaforma per questa loro maniera così spiccia di trattare il turista magari soffermatevi a pensare a quello che hanno visto con i loro occhi e che molti di noi hanno avuto la fortuna di non dover sopportare.
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