Alle porte di Bologna si trova il Parco storico di Monte Sole, non un semplice parco: al suo interno si trovano molti percorsi che regalano scorci naturalistici adatti agli amanti del trekking in grado di coniugare lezioni di storia riguardanti la seconda guerra mondiale e una natura straordinariamente variegata.
Parco storico di Monte Sole connubio tra storia e trekking
Il Parco Storico di Monte Sole si trova nella provincia di Bologna. Per arrivarci bisogna imboccare la strada Porrettana, ovvero la lunga strada statale (SS 64) che collega Ferrara a Pistoia e che regala diversi spunti di visita, come ad esempio la Rocchetta Mattei o la stessa città di Ferrara.
Il Parco storico di Monte Sole rimane adagiato tra le valli del Reno e del Setta, poco lontano da Marzabotto. Raggiungerlo è semplice: provenendo da Bologna o Sasso Marconi, passato il centro cittadino di Marzabotto giungerete al piccolo centro abitato di Pian di Venola. Al primo semaforo girate a sinistra (via Togliatti), dove troverete già le indicazioni per il parco. Svoltare a questo incrocio anziché a quello successivo (e che viene consigliato generalmente dai navigatori) è importante soprattutto per chi arriva in camper onde evitare un cavalcavia alto poco più di 2 metri.
Il Parco di Monte Sole in camper è fattibile, basta percorrere la strada sino a giungere al grande parcheggio sterrato del centro visite del parco prestando attenzione a causa di qualche tornante in salita. Il parcheggio è gratuito e risulta grande, pianeggiante e in posizione altamente panoramica.
Perché visitare il Parco storico di Monte Sole?
All’interno del parco sono molti i percorsi che si possono imboccare e che regalano scorci naturalistici adatti agli amanti del trekking, uno di questi percorsi in grado di coniugare storia e natura porta dal centro visite sino alla cima di Monte Sole.
Questa zona è tristemente famosa per gli avvenimenti accaduti nei mesi autunnali del 1944 meglio conosciuti con il nome eccidio di Monte Sole o strage di Marzabotto dove alcune truppe naziste uccisero per rappresaglia centinaia di abitanti del luogo (si parla di 770 vittime) per la maggior parte bambini, donne e anziani accusati di appoggiare la Brigata Partigiana Stella Rossa protagonista di numerosi sabotaggi nei confronti delle truppe naziste avvenuti dopo l’armistizio.
Il Parco storico di Monte Sole, unico esempio di parco Storico in Italia costituito con l’intento di far conoscere gli avvenimenti accaduti durante la seconda guerra mondiale, si sviluppa su una superficie di circa 6.300 ettari suddivisi sui comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, territori che, durante la seconda guerra mondiale, si trovarono lungo la cosiddetta linea gotica, una barriera difensiva istituita sugli appennini da parte dei tedeschi con lo scopo di bloccare l’avanzata degli alleati.
Dal centro visite alla cima di monte sole
Una volta lasciato il vostro mezzo, auto o camper che sia presso il parcheggio del centro visite, raggiungerete facilmente l’inizio del percorso storico seguendo le indicazioni per la località S. Martino. Qui sono presenti un cimitero dove vennero sepolte inizialmente alcune delle vittime e dove oggi vi si trovano alcune lapidi commemorative. Al suo esterno un cippo è dedicato ai parroci della zona che vennero uccisi durante i rastrellamenti, poco lontano si possono invece vedere i resti della chiesa e del vecchio borgo di San Martino che vennero distrutto nell’autunno del 1944.
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Se il vostro interesse è la natura, proseguite lungo la strada principale, facilmente percorribile ed asfaltata. Nel giro di qualche decina di minuti vi ritroverete immersi in un ambiente in cui potrete ammirare in pieno la bellezza del paesaggio collinare della provincia bolognese che varia da zone argillose a zone boschive e calanchi. Svariati i sentieri segnalati che potrete decidere di percorrere.
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Volendo ritornare invece al percorso storico, dovrete tornare sui vostri passi fino a raggiungere l’incrocio imboccato per visitare San Martino. Lasciatevi alle spalle la strada da cui siete venuti e seguite le indicazioni verso la chiesa di Casaglia e il suo cimitero imboccando l’omonima via accanto al monumento che ricorda i fatti accaduti sul finire del 1944.
Lungo questa strada/sentiero, in parte asfaltata e in parte su sterrato, troverete per primi i resti delle località di Caprara di sotto (poco visibile a dire il vero, in quanto oggi proprietà privata ed immersa nel bosco) e in seguito quelli di Caprara di Sopra. Proseguendo di qualche centinaio di metri si trovano invece i resti della Chiesa di S. Maria Assunta. In tutti questi luoghi molti degli abitanti vennero uccisi per mano dei nazisti.
Si prosegue nuovamente e si raggiunge quello che è il cimitero di Casaglia. Dismesso dopo la guerra, è stato recentemente restaurato grazie anche al contributo della Repubblica Federale Tedesca. Al suo interno riposano le spoglie di don Giuseppe Dossetti, religioso, politico, ex combattente per la Resistenza e padre costituente che su queste colline, negli anni 50, fondò una Comunità monastica (visibile poco lontano). Accanto a don Dossetti si trovano le spoglie di monsignor Luciano Gherardi, che raccontò la storia dell’eccidio portandola alla conoscenza di tutti grazie anche al suo libro “Le querce di Monte Sole”.
A poca distanza da Casaglia si trova infine l’oratorio di Cerpiano, i cui resti delle mura sapientemente restaurati sono testimoni dell’ennesima strage avvenuta in queste zone.
Raggiungere la vetta di Monte Sole
Dal Cimitero di Casaglia parte un sentiero (n° 100) molto ripido fatto prevalentemente a scalinata, altamente panoramico ma piuttosto faticoso, che vi farà raggiungere la cima di Monte Sole a 668 metri di altitudine. Una volta giunti in cima sarà possibile scendere a valle seguendo il percorso ad anello che indica “Poggiolo”. Questa via può essere percorsa anche in salita per raggiungere la cima, risulta con ogni probabilità meno faticosa rispetto a quella che parte da Casaglia, in quanto la pendenza è meno forte e ci sono meno scalini da percorrere. L’imbocco si trova vicino ai resti di Caprara di Sopra. Il mio consiglio è quello di non avventurarsi “alla cieca” ma opportunamente attrezzati con bottiglie d’acqua, calzature idonee e possibilmente bastoncini.
Una volta giunti in cima a Monte Sole si trova un cippo che ricorda la brigata partigiana “Stella Rossa” e un piccolo pianoro dove potersi riposare. La vista dall’alto vi farà capire quanto queste zone fossero strategicamente importanti, da qui infatti era possibile scorgere tutto il territorio circostante. La vista vi farà inoltre dimenticare la fatica fatta per arrivare fino in cima; in caso di bel tempo potrà permettervi di scorgere in lontananza il Corno alle Scale e il Monte Cimone tra i monti più alti dell’appennino Bolognese e Modenese.
Una volta scesi da Monte Sole lungo il sentiero 100 che indica “Poggiolo” (chi ha scelto questa via per salire deve quindi ripercorrerla per scendere) , vi troverete davanti all’imbocco del sentiero per il vicino Monte Caprara dove si trovano alcuni resti di trinceramenti tedeschi e la ricostruzioni di un acquartieramento. Qui i tedeschi rimasero accampati dall’autunno del 1944 al 17 aprile 1945, giorno in cui le truppe alleate (principalmente sudafricane) liberarono le zone. Sui cartelli esplicativi vengono riportate 2 ore per la percorrenza ma a mio parere sono un po’ eccessive.
Una volta fatto il percorso ad anello di Monte Caprara vi ritroverete quindi a ridiscendere vicino ai resti di Caprara di Sopra.
Lungo tutto il percorso, vicino ai punti di interesse storico, si trovano cartelli esplicativi con fotografie d’epoca, spiegazioni sull’accaduto e le parole riportate dei pochi sopravvissuti all’eccidio. Sono comunque disponibili visite guidate effettuate da volontari.
Quello dell’Itinerario del memoriale è solo uno dei tantissimi sentieri presenti all’interno del Parco storico di Monte Sole; in questa zona, oggi, è presente la maggiore biodiversità vegetale della provincia di Bologna.
Monte sole, un luogo dove, in seguito all’abbandono delle zone da parte dell’essere umano per quanto è accaduto durante la seconda guerra Mondiale, la natura ha ripreso pieno possesso del territorio creando una sorta di paradiso terrestre quasi a voler far dimenticare le brutture della guerra.
Per saperne di più sulla strage di Marzabotto consiglio la visione del film L’Uomo che verrà
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