Ormai a zonzo per la Sicilia da diverso tempo, mi incammino sul mio prode destriero (leggasi camper) alla volta di Catania.

Il maniscalco del borgo è già stato visitato: 850 scudi, “al cambio attuale 850 euro”, per un problema alla frizione, ma che vuoi che sia capita!

Per nulla affranto dal fattaccio, riparto speranzoso e pieno di energia in direzione della grande montagna sputa fuoco chiamata Etna: qui mi attenderà una donzella arrivata dalla terra del freddo   con un volatile viaggiante di una nota compagnia low cost che regala viaggi al costo di una pinta di birra. Diciamo per chiarezza che la donzella non è altro che la mia ex consorte che dopo anni di duelli e battaglie cruenti è diventata magicamente un’alleata, un’amica con la quale occasionalmente condivido qualche viaggio, sempre e obbligatoriamente con il benestare del principe Luciano, suo attuale innamorato.

Il viaggio procede a passo spedito al suono dolce di una musica soave sparata dal mio grande cruscotto, ma ahimè il destino beffardo è in agguato.

Raggiunta Palermo, un sordo rumore dal cambio, più simile al ragliare di un asino che al nitrito del mio audace destriero, mi fa sussultare. Come un bisonte ferito avanzo nel traffico dell’ora di punta su una popolata carrettiera chiamata tangenziale.

Avanzando a passo di lumaca, temendo l’ira della folla di viandanti inferociti, non mi resta altro che cercare una stalla che mi accolga.

Dal mio squilligrafo avviso donna Marina: il cambio è rotto, il viaggio per me si interrompe a Palermo.

Alla ricerca di un capace medicatore, mi imbatto in un’officina Fiat di Palermo. Ringrazio il cielo e chiedo scusa a tutti i santi del paradiso oltraggiati poco tempo prima, ma, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere.

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Mi ritrovo come un pellegrino per le vie di Palermo in attesa di un cambio rigenerato che dalla lontanissima Torino impiegherà ben 5 lune prima di giungere a destino.

Sono un valoroso guerriero, tremo ma non crollo, tanto vale farne virtù di questo infausto destino.

Palermo è bellissima, abitanti calorosi e sempre disponibili mi faranno presto dimenticare le disgrazie.

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Per allietarmi il cibo da queste parti è succulento e abbondante…..anche troppo. I giorni scorrono veloci, vagando tra le bellezze del luogo, maestosi palazzi, fontane, mercati chiassosi e colorati.

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Il giorno è arrivato… Barcollo alla vista del conto: 1950 scudi (“porc***… 1950 euro”). Ma quanto caro è il vitale medicamento di questo Ducato?

Ma sì, non soffermiamoci sui cattivi pensieri, Scudo, Ducato, Doblò-ni sempre Fiat sono (l’inventore di codesti nomi fu probabilmente un banchiere dell’epoca).

Il mondo davanti a me è tutto da conquistare, una pacca sulla spalla, una smorfia di dolore, un saluto ai nuovi amici e via, si riparte verso un nuovo destino.

Arrivederci bellissima Palermo.

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